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MADIT per la Denominazione

Oltre alla ricerca-intervento, la metodologia MADIT permette di individuare i passaggi metodologici necessari per denominare i Repertori Discorsivi attraverso cui si genera un testo. La metodologia di analisi si basa su un algoritmo logico-formale costruito per rispondere - in ogni condizione - alla domanda “quale è la (forma) logica di ciò che viene detto?”. La forma logica corrisponde al modo in cui si genera e si dipana una certa produzione discorsiva (Turchi & Orrù, 2014).
I passaggi per compiere la denominazione sono (Turchi, 2009):  

  1. Porsi la domanda che ha generato la risposta
    La focalizzazione rispetto la domanda consente di poter considerare la domanda come elemento fondante l’uso delle forme discorsive entro cui il testo si colloca.

  2. Anticipare le configurazioni discorsive che generano le possibili risposte alla domanda da parte del gruppo oggetto di indagine a cui è stata posta
    Il ricercatore redige possibili risposte alla domanda collocandosi rispetto al ruolo a cui è stata posta nella ricerca. Assumere la collocazione del ruolo da “rispondente” consente di poter praticare le medesime categorie di conoscenza che configurano, in termini processuali, e non di contenuto, la risposta. Il passaggio permette quindi al ricercatore di aderire ai processi di discorso tracciati dal testo senza “sovrascriverlo” con le proprie categorie di conoscenza. 

  3. Enucleare i passaggi argomentativi 
    Redatta la risposta che si anticipa di ottenere, il ricercatore individua quell’insieme di elementi che “disgiungono” una parte del testo da un’altra. Individuare uno snodo argomentativo permette dunque di rintracciare l’innesco di una modalità discorsiva, attraverso gli elementi argomentativi usati, che si pone in termini di differenza rispetto alla parte di testo che la precede. 
    - Con MADIT non si distinguono le porzioni di testo in funzione del contenuto che viene portato: possono esserci porzioni di testo che portano lo stesso contenuto ma con due modalità diverse e fra queste è possibile individuare lo snodo argomentativo.
    - Con MADIT non si categorizzano gli snodi argomentativi relativamente alla forma grammaticale, il focus è luso del linguaggio in una certa sezione di testo.

  4. Leggere la risposta data dal gruppo di rispondenti a fronte di quanto anticipato 
    Per compiere questo passaggio, il ricercatore fa riferimento alle categorie conoscitive anticipate al punto 2.  

  5. Denominare i repertori attraverso l’utilizzo della definizione di repertorio discorsivo e degli elementi anticipati al punto 3
    In questo passaggio il ricercatore prende da un lato la definizione di Repertorio Discorsivo e dall’altro le anticipazioni sulle configurazioni discorsive di realtà che possono generare la risposta alla domanda (punto 2) mettendo in luce le articolazioni della risposta (punto 3). 

  6. Individuare i possibili elementi di contenuto che possono costituire il repertorio (arcipelaghi di significato) 
    Questo passaggio consente al ricercatore di entrare nel merito di quali sono i contenuti che nel testo si “organizzano” fra loro per generare il processo discorsivo. 

 

Esempio

Come esplicitato precedentemente, l’algoritmo di denominazione consente di ottenere la forma logica con cui ci si esprime tramite il linguaggio naturale (il modo in cui si genera e si dipana una certa produzione). 

A titolo d’esempio, seguendo i passaggi enucleati sopra e interrogando il testo con la domanda “A cosa serve il testo per configurare l’esperienza formativa?”, a fronte dei seguenti stralci è possibile osservare le forme logiche corrispondenti.  

 

  • “E’ stata un’esperienza interessante e suggestiva.” → logica del “Sancire la realtà”

    • La logica del “Sancire la realtà” assolutizza, chiude, mette un punto, stabilisce una volta per tutte ci  che l’esperienza   stata, senza promuovere che se ne continui a parlare

  • “L’esperienza è stata interessante e suggestiva.” → logica della “Descrizione”

    • La logica della “Descrizione” apre alla possibilità che si continui a parlare, che si continui a dare un valore all’esperienza, condividendo con terzi ciò che   stata;

  • “Esperienze di questo tipo sono sempre interessanti e suggestive.” → logica della “Generalizzazione”

    • la logica della “Generalizzazione” allarga lo sguardo, parla in generale delle “esperienze di questo tipo”, abbandonando il focus sulla specifica esperienza di cui si sta/stava parlando, rendendo possibile che di lì a poco si parli di tutt’altro.

Riferimenti

Turchi, G. P., & Orrù, L. (2014). Metodologia per l'analisi dei dati informatizzati-M.A.D.I.T. Fondamenti di teoria della misura per la scienza dialogica. Edises.

Turchi, G. P. (2009). Dati senza numeri. Per una metodologia di analisi dei dati informatizzati testuali: M.A.D.I.T. Monduzzi.

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