Senso Comune e Senso Scientifico
L’epistemologia (dal greco episteme-, "conoscenza/fondamento" e -logos, “discorso”, quindi “discorso sul fondamento”) può essere definita come la disciplina che “si occupa di problemi quali i fondamenti, i limiti, la natura e le condizioni di validità del sapere scientifico [...]” (Enciclopedia Garzanti, 1981). L’epistemologia dunque concerne le modalità con cui viene generata la conoscenza e consente di delineare criteri che demarcano la modalità di conoscenza del senso scientifico da quelle di senso comune (Turchi & Vendramini, 2016).
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Nel senso comune il modo di conoscere si caratterizza per la regola dell’affermazione che si distingue per definire “come stanno le cose”, stabilendo cosa “è reale” come dato di fatto (Turchi, 2009). Per cui, nel momento in cui, nell’uso del linguaggio, si definisce cosa è reale, la realtà che si dà è già tale e non richiede che ne siano esplicitati i presupposti. Il senso comune può quindi definirsi autoreferenziale, nel senso che si auto-legittima generando un dato di realtà che si pone come “di fatto” solo perché viene “detta così” (Turchi, 2009). Pertanto con la dizione senso comune si fa riferimento a proposizioni di qualsiasi natura e tipologia che definiscono e sanciscono quale sia la realtà; è la forza retorica dell’argomentazione che rende reale ciò di cui si parla configurandolo come realtà di fatto.
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Il senso scientifico è una modalità di conoscenza che si fonda, invece, sulla regola dell’asserzione (Turchi, 2009). La regola dell’asserzione genera una conoscenza, che, a differenza dell’affermazione, esplicita i presupposti sui quali la conoscenza stessa si fonda (ossia vengono definiti e dichiarati gli assunti fondativi del processo di conoscenza). La realtà che si genera da questa modalità conoscitiva, pertanto, non risulta vera di per sé, ma valida a fronte dei presupposti conoscitivi esplicitati a priori (Turchi, 2009).
→ Sulla scorta della differenza tra le due modalità di conoscenza, la demarcazione tra senso comune e senso scientifico non si basa sui contenuti propri di una disciplina, bensì sull’organizzazione di questi in un corpus teorico-concettuale che sia rigoroso nelle asserzioni che produce e fondato rispetto alla definizione dell’oggetto di studio adeguato al piano epistemologico di riferimento (Turchi, Romanelli & Ferri, 2013).
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Riferimenti
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AA. VV. (1981). Enciclopedia Garzanti di filosofia e epistemologia
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Turchi, G. P., Romanelli, M., & Ferri, C. (2013). “Per una ri-definizione del ruolo dello psicologo (clinico): dall'approfondimento epistemologico di (alcuni)"spunti di analisi" alla rappresentazione di (nuovi) elementi di proposta.” Rivista di Psicologia Clinica, 1, 4-8.
Turchi, G. P. (2009). Dati senza numeri. Per una metodologia di analisi dei dati informatizzati testuali: M.A.D.I.T. Monduzzi Editore S.p.A.
Turchi, G. P., & Vendramini, A. (eds. 2016). De rerum salute. Teoria e prassi per un'architettura dei servizi generativa di salute. Edises.